Содержание

Слайд 2

La segnalazione intercellulare L’evoluzione degli organismi multicellulari dipende dalla capacità delle

La segnalazione intercellulare

L’evoluzione degli organismi multicellulari dipende dalla capacità delle cellule

di comunicare una con l’altra.
La comunicazione intercellulare regola lo sviluppo e l’organizzazione dei tessuti, controlla la crescita e la divisione cellulare, la loro sopravvivenza e coordina le diverse attività cellulari.
La comunicazione intercellulare negli animali superiori è complessa, suggerendo che in questi organismi siano molti i mediatori coinvolti nel suo controllo e coordinazione.
Слайд 3

La segnalazione intercellulare Molte cellule secernono una o più molecole segnale

La segnalazione intercellulare

Molte cellule secernono
una o più molecole
segnale che funzionano
come

mediatori chimici
locali

Le cellule nervose
secernono i
neurotrasmettitori,
mediatori chimici a
corto raggio, che
agiscono nelle sinapsi

Le cellule endocrine
secernono gli ormoni
che influenzano cellule
bersaglio anche molto
lontane

Слайд 4

MEDIATORI ENDOGENI Mediatori a basso peso molecolare: Aminoacidi: glutammato, glicina, acido

MEDIATORI ENDOGENI

Mediatori a basso peso molecolare:
Aminoacidi: glutammato, glicina, acido gamma-amino-butirrico (GABA)
Monoamine:

catecolamine (dopamina, noradrenalina, adrenalina) e indolamine (serotonina)
Acetilcolina
Gas solubili: ossido nitrico (NO), solfuro di idrogeno (H2S)
Ormoni non peptidici
Mediatori ad alto peso molecolare:
Neuropeptidi o neuromodulatori: endorfine, sostanza P, neuropeptide Y.
Ormoni peptidici
Citochine
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Recettori Classificazione in base alla localizzazione: Recettori di membrana Recettori intracellulari

Recettori

Classificazione in base alla localizzazione:
Recettori di membrana
Recettori intracellulari
I primi rispondono a

mediatori idrofili o proteici che non passano la membrana (neurotrasmettitori classici e peptidici, fattori di crescita, citochine, etc.).
Слайд 6

Recettori Classificazione in base alla localizzazione: Recettori di membrana Recettori intracellulari

Recettori

Classificazione in base alla localizzazione:
Recettori di membrana
Recettori intracellulari
I secondi trasducono il

segnale di composti lipofili che passano la membrana cellulare (e/o nucleare).
Слайд 7

Recettori intracellulari Divisi in due classi: I) citoplasmatici, formano omodimeri o

Recettori intracellulari

Divisi in due classi:
I) citoplasmatici, formano omodimeri o dimeri con

il ligando. Ne fanno parte i recettori per gli ormoni steroidei (glucocorticoidi, mineralcorticoidi, progesterone, estrogeni);
II) nucleari, costitutivamente presenti nel nucleo, formano eterodimeri con il recettore dell’acido retinoico (RXR). Ne fanno parte, ad esempio, il recettore di proliferazione dei perossisomi (PPAR) che riconosce gli acidi grassi e il recettore per l’ormone tiroideo.
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Quattro (super)famiglie di recettori Recettori di membrana Recettori intracellulari

Quattro (super)famiglie di recettori

Recettori di membrana

Recettori intracellulari

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Aspetti quantitativi delle risposte ai farmaci: analisi delle curve La relazione

Aspetti quantitativi delle risposte ai farmaci:
analisi delle curve

La relazione

fra CONCENTRAZIONE di un FARMACO e il grado di risposta che si ottiene prende il nome di curva concentrazione-risposta
Quando la sperimentazione viene condotta in vivo, l’effetto è messo in relazione con la dose di farmaco somministrata e la relativa curva prende il nome di curva dose-risposta
L’analisi di curve di questo tipo consente di ottenere informazioni sull’interazione FARMACO - RECETTORE
Слайд 10

In molti modelli sperimentali la risposta che si misura è graduabile

In molti modelli sperimentali la risposta che si misura è graduabile

e direttamente correlabile con la dose somministrata o la concentrazione impiegata.
Esempi:
preparato muscolare che si contrae più o meno a seconda della dose di farmaco;
preparato enzimatico progressivamente inibito da concentrazioni crescenti di farmaco.
La risposta si misura con le unità proprie della tecnica utilizzata (es. ampiezza della contrazione, assorbimento spettrofotometrico, secondi di latenza dello stimolo, ecc.) anche se spesso si preferisce esprimerle come percentuale dell’effetto massimo ottenibile con quel preparato.

RISPOSTE GRADUALI

Слайд 11

Riportando sulle ascisse le dosi impiegate e sulle ordinate le risposte

Riportando sulle ascisse le dosi impiegate e sulle ordinate le risposte

misurate, l’andamento della curva dose-risposta graduale ha in generale un andamento iperbolico

dose

Percentuale dell’effetto

RISPOSTE GRADUALI

Слайд 12

Si preferisce riportare le dosi in scala logaritmica , in questo

Si preferisce riportare le dosi in scala logaritmica , in questo

modo la curva assume un andamento sigmoidale, assumendo un andamento quasi rettilineo.
Consente di determinare la:
risposta massima (Emax),
dose che produce un effetto pari al 50% dell’effetto massimo (DE50)
dose soglia

Percentuale dell’effetto

Log dose

RISPOSTE GRADUALI

Слайд 13

Esempi: letalità, convulsioni, sviluppo di un tumore, effetto ipnotico Ogni dose

Esempi: letalità, convulsioni, sviluppo di un tumore, effetto ipnotico
Ogni dose

è somministrata ad un gruppo di animali. Sulle ordinate si colloca la percentuale degli animali che hanno risposto.
In questo caso il termine ED50 ha il significato della dose a cui statisticamente risponde il 50% degli animali.

RISPOSTE QUANTALI

Слайд 14

Curve dose-risposta in una popolazione es. effetto letale di dosi crescenti

Curve dose-risposta in una popolazione
es. effetto letale di dosi crescenti di

alcool etilico

ISTOGRAMMA DELLE FREQUENZE

CURVA CUMULATIVA

Слайд 15

Principali teorie recettoriali (1) Teoria occupazionale (Clark, 1933) I farmaci interagiscono

Principali teorie recettoriali (1)

Teoria occupazionale (Clark, 1933)
I farmaci interagiscono con

siti di binding indipendenti e li attivano dando una risposta proporzionale alla quantità di complesso RA che si è formato
La risposta termina quando il complesso si dissocia

Δ = K [RA]

Δmax = K [RT]

Слайд 16

Per la teoria di Clark KA = EC50 la costante di

Per la teoria di Clark KA = EC50

la costante di dissociazione

di un agonista KA può essere calcolata direttamente dalla curva dose risposta.
Слайд 17

Il contributo di Ariens (1954) Non tutti gli agonisti producono la

Il contributo di Ariens (1954)

Non tutti gli agonisti producono la stessa

risposta massimale

Principali teorie recettoriali (2)

Secondo Ariens, la risposta al binding di un agonista dipende sia dall’affinità (KA) che dall’attività intrinseca (α)

Слайд 18

Attività intrinseca E’ la capacità del farmaco di indurre una risposta

Attività intrinseca

E’ la capacità del farmaco di indurre
una risposta biologica

(α)

La risposta biologica allora sarà:

Affinità

E’ la capacità di un farmaco di legarsi al recettore ed è espressa dalla costante di dissociazione KA

Слайд 19

gli agonisti si legano ai recettori producendo effetti di vario tipo

gli agonisti si legano ai recettori producendo effetti di vario tipo


gli antagonisti si legano ai recettori senza evocare effetti cellulari
gli agonisti inversi impediscono l’azione del ligando, spostando la proteina nella sua conformazione inattiva

Agonisti, antagonisti e agonisti inversi

Слайд 20

Farmaci agonisti Generalmente un agonista riproduce gli effetti dei ligandi endogeni.

Farmaci agonisti

Generalmente un agonista riproduce gli effetti dei ligandi endogeni.
agonista

pieno (α = 1)
agonista parziale (0 < α < 1)
agonista inverso (α = -1)

ATTIVITA’ INTRINSECA (α)

Слайд 21

Curve di farmaci agonisti con potenza diversa ed uguale efficacia Agonista,

Curve di farmaci agonisti con potenza diversa ed uguale efficacia

Agonista, log

M

= efficacia
potenza

?Emax

Слайд 22

Curve dose risposta per un agonista pieno e per agonisti parziali

Curve dose risposta per
un agonista pieno e per agonisti parziali

Слайд 23

Farmaci antagonisti Si legano con alta affinità ai recettori, ma non

Farmaci antagonisti

Si legano con alta affinità ai recettori, ma non sono

in grado di indurre di per se una risposta biologica.
L’ effetto farmacologico è quello di inibire l’azione
dell’agonista endogeno.
antagonista competitivo reversibile
antagonista non competitivo
antagonista competitivo irreversibile
Слайд 24

Antagonisti competitivi Agonista, log M ?Emax potenza apparente

Antagonisti competitivi

Agonista, log M

?Emax
potenza apparente

Слайд 25

Antagonisti competitivi Il blocco del recettore da parte dell’antagonista può essere

Antagonisti competitivi

Il blocco del recettore da parte dell’antagonista può essere superato

aumentando la concentrazione dell’agonista
Non ha effetto sull’efficacia dell’agonista ma determina uno shift verso destra della curva dose-risposta dell’agonista
Слайд 26

Antagonisti non competitivi ?Emax ≠ Emax IC50 Agonista, log M

Antagonisti non competitivi

?Emax

≠ Emax

IC50

Agonista, log M

Слайд 27

Antagonisti non competitivi o irreversibili Un antagonista non competitivo sposta la

Antagonisti non competitivi o irreversibili

Un antagonista non competitivo sposta la curva

dell’agonista verso destra in modo non parallelo, riducendo l’effetto massimo ottenibile anche con concentrazioni elevate dell’agonista.
L’antagonista non competitivo si lega ad un sito diverso da quello dell’agonista (sito allosterico) o interagisce in maniera irreversibile con lo stesso sito recettoriale dell’agonista.
Слайд 28

Il contributo di Stephenson (1954) La risposta farmacologica non è linearmente

Il contributo di Stephenson (1954)

La risposta farmacologica non è linearmente proporzionale

al numero di recettori occupati.
L’effetto massimo può essere ottenuto anche occupando una frazione di recettori
Farmaci differenti possono dare la stessa risposta pur occupando un numero differente di recettori.

Principali teorie recettoriali (3)

Слайд 29

Il contributo di Furchgott (1966) Fornì l’evidenza sperimentale dell’esistenza degli spare

Il contributo di Furchgott (1966)

Fornì l’evidenza sperimentale dell’esistenza degli spare receptors

Principali

teorie recettoriali (4)
Introdusse l’efficacia intrinseca (ε) come capacità propria di un farmaco di evocare un effetto da un recettore
Слайд 30

Caratteristiche dell’interazione di un farmaco con il suo recettore AFFINITA’: esprime

Caratteristiche dell’interazione di un farmaco con il suo recettore

AFFINITA’: esprime la

forza con cui il farmaco si lega al recettore; si riflette nella posizione della curva sull’asse delle ascisse.
ATTIVITA’ INTRINSECA (α): capacità di evocare una risposta cellulare, è la misura della risposta massima che il farmaco può produrre, esprime l'efficacia del farmaco.
EFFICACIA INTRINSECA (ε): relazione tra l’occupazione del recettore e la risposta cellulare, non dipende dalla dose ma è indice della attività intrinseca del farmaco nell’indurre un determinato effetto; si riflette nell’estensione della curva sull’asse delle ordinate
POTENZA: abilità a dare origine ad un cambiamento funzionale misurabile; influenza la dose necessaria per ottenere un determinato effetto
La POTENZA risulta dalla combinazione di affinità ed efficacia
Слайд 31

………riassumendo

………riassumendo

Слайд 32

La tecnica del binding recettoriale Metodi semplici e rapidi per lo

La tecnica del binding recettoriale

Metodi semplici e rapidi per lo screening

farmacologico di numerose molecole.
Non dà indicazioni sul profilo farmacologico di un prodotto: per ottenere questo tipo di informazione è necessario saggiare il prodotto in test funzionali e costruire curve dose-risposta.
Il binding è spesso usato per testare preventivamente le larghe serie di prodotti ottenute dalla sintesi farmaceutica. Solo i più attivi tra questi prodotti sono poi sottoposti ai test funzionali, generalmente più complessi e costosi.
Слайд 33

Si procede incubando un omogenato di tessuto opportunamente diluito e di

Si procede incubando un omogenato di tessuto opportunamente diluito e di

cui si dovrà determinare la concentrazione proteica, con un ligando radioattivo.
L’ isotopo più comunemente utilizzato nella metodica del binding è il 3H.
L’incubazione deve essere eseguita ad una temperatura e per un tempo ottimali, in presenza (legame non specifico) e in assenza (legame totale) di un eccesso di composto non marcato, che compete con il ligando radioattivo per il sito recettoriale in esame: questa procedura si rende necessaria in quanto le sostanze radioattive si legano non solo al loro sito specifico, ma anche ad altre strutture cellulari in modo non specifico.

Binding recettoriale

Слайд 34

Preparazione del tessuto Semplice omogenato (es. di cervello) Frazione subcellulare arricchita

Preparazione del tessuto

Semplice omogenato (es. di cervello)
Frazione subcellulare arricchita della componente

rappresentata dalle membrane
Cellule
Слайд 35

I ligandi marcati sono disponibili commercialmente

I ligandi marcati sono disponibili commercialmente

Слайд 36

Durante l’incubazione si forma il complesso ligando-recettore, che segue la legge

Durante l’incubazione si forma il complesso ligando-recettore, che segue la legge

d’azione di massa.
Tale reazione raggiunge, dopo un periodo di tempo variabile da pochi minuti a qualche ora (periodo di incubazione), la fase di equilibrio (steady-state) in cui il binding specifico raggiunge il suo massimo. Al momento dell’equilibrio si avrà:
K1[L][R]= K2[RL]
K2/K1=[L][R] (1/[RL]) = Kd
Kd è definita come la costante di dissociazione all’equilibrio, il cui valore esprime l’affinità del recettore R per il ligando L e rappresenta la concentrazione di un ligando che occupa il 50% dei recettori totali al momento dell’equilibrio della reazione.

Binding recettoriale

Слайд 37

Si termina l’incubazione con una procedura che permetta di separare il

Si termina l’incubazione con una procedura che permetta di separare il

ligando legato al recettore dal ligando libero presente nel mezzo di incubazione:
1. Filtrazione Consiste nel filtrare il mezzo di incubazione contenente il complesso [LR] e [L] in eccesso, sotto vuoto attraverso filtri su cui si deposita il tessuto con il ligando legato ai recettori.
2. Centrifugazione Il medium di incubazione viene centrifugato ad alta velocità e successivamente il pellet viene lavato senza che venga risospeso.
3. Dialisi Questo metodo, sebbene sia un metodo molto appropriato dal punto di vista teorico, può provocare una degradazione sia del recettore che del ligando. Altri problemi di aspecificità sono poi dovuti al legame del ligando con le membrane dializzatrici.

Binding recettoriale

Слайд 38

Al termine dell’esperimento, la radioattività legata ai filtri o presente nel

Al termine dell’esperimento, la radioattività legata ai filtri o presente nel

pellet viene quantificata mediante spettrofotometria in liquido scintillante mediante un beta-counter.
Il saggio del binding può essere condotto con protocolli differenti e in esso si possono distinguere tre diversi tipi di studi:
1. esperimenti di saturazione 2. esperimenti di inibizione
3. esperimenti di cinetica

Binding recettoriale

Слайд 39

Binding misurato per concentrazioni crescenti di legante radioattivo fino alla saturazione

Binding misurato per concentrazioni crescenti di legante radioattivo fino alla saturazione

dei siti di binding.
Es. misura del binding sul recettore muscarinico usando 3H-atropina, membrane di cervello di ratto come tessuto ricco di recettori muscarinici ed acetilcolina per la misura del binding aspecifico.
La radioattività in presenza di solo tampone rappresenta il binding totale del legante mentre il binding misurato in presenza di una concentrazione saturante di acetilcolina rappresenta solo il binding aspecifico, in quanto quello specifico è spiazzato dalla acetilcolina. Sottraendo dal binding totale quello aspecifico si ottiene il binding specifico.
Le curve di saturazione servono principalmente per misurare la costante di dissociazione del complesso legante-recettore ed il numero dei siti recettoriali presenti nel preparato.

Curve di saturazione

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membranes + hot ligand membranes + cold ligand + hot ligand Total bound Non specific bound

membranes
+
hot ligand

membranes
+
cold ligand
+
hot ligand

Total bound

Non specific bound

Слайд 41

F = free B = bound Bmax = total receptor In

F = free
B = bound
Bmax = total receptor

In ascisse la concentrazione

di ligando legato B e in ordinate il rapporto tra le concentrazioni del ligando legato B e non legato F.
Слайд 42

La concentrazione del legante radioattivo viene mantenuta fissa mentre sono i

La concentrazione del legante radioattivo viene mantenuta fissa mentre sono i

farmaci ad essere testati a differenti concentrazioni.
Le curve di inibizione hanno un andamento sigmoidale decrescente da 100% (solo tampone) a 0% (binding aspecifico).
Anche in questo tipo di esperimenti il binding aspecifico, misurato in presenza di una quantità saturante di un farmaco di riferimento, è sottratto dal binding totale di ogni campione.

Curve di inibizione

Слайд 43

In questi esperimenti, il binding di un legante marcato è misurato

In questi esperimenti, il binding di un legante marcato è misurato

in presenza di concentrazioni crescenti di molecole che si pensa potrebbero interagire con il recettore.
Se questo è il caso, ci si aspetta una diminuzione del binding specifico in quanto il legante marcato è spiazzato dal legame con il recettore dal farmaco sperimentale che compete per lo stesso sito recettoriale.
Viceversa, se il binding non è inibito dal prodotto in esame, neppure a concentrazioni elevate, dobbiamo dedurre che questo non ha affinità per il recettore marcato dal legante. Dalla costante di inibizione si ricava poi la Kd dei vari prodotti.

Curve di inibizione

Equazione di Cheng-Prusoff
D è la concetrazione del radioligando

Слайд 44

Saturabilità – il numero di recettori è finito Reversibilità – il


Saturabilità – il numero di recettori è finito
Reversibilità – il

legame ligando-recettore non è covalente ma deriva da interazioni deboli (legami a ponte di H, forze di van der Waal).
Stereoselectività – I recettori mostrano diversa affinità nei confronti di isomeri diversi (+ o -, d o l, S o R).
Specificità degli agonisti – molecule strutturalmente simili mostrano affinità di legame simile
Specificità tissutale – il legame farmaco-recettore è misurabile in tessuti che rispondono al ligando endogeno di quel recettore e a concentrazioni fisiologiche.

In un esperimento di binding se non vengono soddisfatte tutte queste condizioni, questo è indicativo della presenza di interazioni aspecifiche

Proprietà dei recettori

Слайд 45

Recettori accoppiati a proteine G Definiti anche come recettori metabotropici. Costituti

Recettori accoppiati a proteine G

Definiti anche come recettori metabotropici.
Costituti da

unico filamento che attraversa la membrana 7 volte.
Un loop intracellulare interagisce con la proteina G.
Proteine G costituite dalle subunità α, β e γ.
Слайд 46

Le proteine G Le proteine G sono eterotrimeri (composti da subunita

Le proteine G

Le proteine G sono eterotrimeri (composti da subunita α,

β e γ). In seguito ad interazione del ligando con il recettore, la subunità α delle proteine G si stacca ed attiva un enzima bersaglio (es. adenilato ciclasi, fosfolipasi C).
Dissociandosi, legano il nucleotide guaninico GTP; la sua idrolisi a GDP ripristina lo stato inattivo della proteina G e spegne il segnale.
Слайд 47

Il sistema dell’adenilato ciclasi L’AMP ciclico attiva la proteina chinasi A

Il sistema dell’adenilato ciclasi

L’AMP ciclico attiva la proteina chinasi A

Слайд 48

Il sistema della fosfolipasi C La fosfolipasi C scinde il PIP3

Il sistema della fosfolipasi C

La fosfolipasi C scinde il PIP3 a

DAG ed inositolo tri fosfato,
che a sua volta rilascia ioni Ca2+ dai depositi intracellulari:
attivazione della proteina chinasi C (Ca2+ dipendente)
Слайд 49