Lingua araba 1 (Lingua e fonologia). Wael Farouq

Содержание

Слайд 2

Distribuzione geografica dell’arabo Lingua ufficiale dei 22 stati della Lega Araba

Distribuzione geografica dell’arabo

Lingua ufficiale dei 22 stati della Lega Araba
Unica lingua

ufficiale
Lingua ufficiale parlata dalla maggioranza della popolazione
Lingua ufficiale parlata da una minoranza della popolazione
Слайд 3

Diffusione della lingua araba nel mondo Lingua madre di oltre 300

Diffusione della lingua araba nel mondo

Lingua madre di oltre 300 milioni

di persone in 58 stati (non solo nei 22 in cui è lingua ufficiale).
Lingua liturgica di oltre 1 miliardo e mezzo di musulmani, perché è la lingua in cui è stato rivelato il Corano.
Quarta lingua più parlata al mondo, dopo cinese, spagnolo e inglese.
Lingua ufficiale delle Nazioni Unite, assieme a cinese, inglese, francese, russo e spagnolo.
Слайд 4

Da dove viene l’arabo? Proviene dalla Penisola Arabica. Appartiene al ceppo

Da dove viene l’arabo?

Proviene dalla Penisola Arabica.
Appartiene al ceppo semitico delle

lingue afro-asiatiche.
È parente dell’ebraico (Israele), dell’amarico (Etiopia) e del tigrino (Eritrea).
Fra le lingue antiche, è imparentato con il fenicio e con l’aramaico (la lingua di Gesù).
Una lingua antichissima… Lingue semitiche già parlate nel III millennio a.C.
Слайд 5

L’arabo, galassia linguistica È una macrolingua con oltre una trentina di

L’arabo, galassia linguistica
È una macrolingua con oltre una trentina di varianti

(dialetti).
Ma niente paura, c’è il Modern Standard Arabic!
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Arabi e musulmani «Arabo» e «musulmano» non sono sinonimi! «Arabo» ha

Arabi e musulmani

«Arabo» e «musulmano» non sono sinonimi!
«Arabo» ha una connotazione

linguistica: è arabo chi parla arabo
«Musulmano» ha una connotazione religiosa
Non tutti gli arabi sono musulmani: esistono minoranze arabe cristiane (es. i copti egiziani), ebraiche, ecc.
Non tutti i musulmani sono arabi: la maggioranza dei musulmani risiede in Indonesia!
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Arabi e musulmani Turchi, iraniani (persiani) e afghani sono in maggioranza

Arabi e musulmani

Turchi, iraniani (persiani) e afghani sono in maggioranza musulmani,

ma non sono arabi!
Il persiano, il pashtun e l’urdu si scrivono con un alfabeto arabo, ma non sono lingue arabe!

Alfabeto persiano

Слайд 8

L’arabo incrocio di culture La lingua araba, tuttavia, non è mai

L’arabo incrocio di culture

La lingua araba, tuttavia, non è mai stata

pura e isolata
Nel Medio Evo l’arabo era la lingua della scienza e della cultura, come l’inglese oggi.
Essa ha sempre interagito con le altre lingue e le altre culture
L’arabo ha lasciato molte tracce di sé nelle altre lingue e nella lingua araba vi sono molti prestiti da altre lingue
Слайд 9

L’arabo nella lingua italiana Le parole italiane di origine araba sono

L’arabo nella lingua italiana

Le parole italiane di origine araba sono tante:
Zucchero

(سُكَّر)
Magazzino (مَخْزَن)
Albicocca (الْبَرْقُوق)
Tariffa (تَعْرِيقَة)
Cifra (صِفْر)
Carciofo (خَرْشُوف)
Sciroppo (شَرُوب)
Taccuino (تَقْوِيم)
Cotone (قُطْن)
Materasso (مَطْرَح)
Limone (لَيْمُون)
Ammiraglio (أَمِير الـ...)
Arsenale o darsena (دَار الصِّنَاعَة)
Zecca (سِكَّة)
Tazza (تَاس)
Algebra (الْجَبْر)
Alcol (الْكُحْل)

Слайд 10

Lingue non-arabe nella lingua coranica Origine greca: زَوْج (coppia) سِجِلّ فِرْدَوْس

Lingue non-arabe nella lingua coranica

Origine greca:
زَوْج (coppia)
سِجِلّ
فِرْدَوْس (paradiso)
قَمِيص
Origine

latina:
صِرَاط (latino «strata»)
قَصْر (latino «castrum»)

Origine iranica/persiana:
فِيل (elefante)
كافُور (canfora)
كَنْز (tesoro)
وَرْدَة (rosa)
يَاقُوت (rubino)

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COS’È L’ARABO PER GLI ARABI?

COS’È L’ARABO PER GLI ARABI?

Слайд 12

Cosa distingue gli arabi dalle altre nazioni? Tre secoli prima dell’avvento

Cosa distingue gli arabi dalle altre nazioni?

Tre secoli prima dell’avvento dell’islam,

il re persiano Cosroe (570-628 d.C.) invitò alla sua corte i re di tutte le popolazioni della regione
Ogni re si vantava delle qualità della sua gente, ma uno si vantava più di tutti gli altri: al-Nu‘man, il re arabo dei Ghassanidi
Cosroe si stupì: negli arabi non vedeva nulla di buono, perché erano deboli, vivevano nella miseria, abitavano con le bestie feroci, mangiavano pessimo cibo (come la carne di cammello), non indossavano bei vestiti, non conoscevano i piaceri della vita ed erano sempre in lotta…
Слайд 13

Al-Nu‘man rispose che tutto ciò era vero, però gli arabi avevano

Al-Nu‘man rispose che tutto ciò era vero, però gli arabi avevano

una cosa che nessun’altra nazione aveva: LA LINGUA!
Secondo al-Nu‘man, la forza delle altre nazioni stava nelle loro fortezze e nei loro palazzi, che erano solo pietra e argilla, mentre la forza degli arabi stava nella sapienza della loro lingua e soprattutto nella poesia

Cosa distingue gli arabi dalle altre nazioni?

Слайд 14

Anche dopo l’avvento dell’islam ritorna la stessa opinione, per esempio in

Anche dopo l’avvento dell’islam ritorna la stessa opinione, per esempio in

al-Jahiz si legge:
«La lingua dell'arabo è più abile della sua ragione»
Al-Jahiz (776-868)
Слайд 15

E anche il grande storico Ibn Khaldun, secoli dopo, è d’accordo

E anche il grande storico Ibn Khaldun, secoli dopo, è d’accordo

sul fatto che la lingua è ciò che distingue gli arabi dalle altre nazioni
«Essi si segnalano da sempre tra le nazioni per l'eloquenza nel parlare, la facondia nell'esprimersi e la spontaneità nel linguaggio. L'eloquenza è il loro tratto caratteristico tra le nazioni da quando esistono»
Ibn Khaldun (1332-1406)
Слайд 16

L’idea che la lingua sia ciò che distingue gli arabi e

L’idea che la lingua sia ciò che distingue gli arabi e

definisce l’identità degli arabi si è mantenuta fino ad oggi
La poesia, nel mondo arabo, è ancora considerata la regina delle arti
E non è strano che la rivelazione divina, per gli arabi, abbia assunto la forma di Parola nel Corano…
Слайд 17

Ma perché la lingua occupa un posto speciale per gli arabi,

Ma perché la lingua occupa un posto speciale per gli arabi,

in misura maggiore che per le altre genti?
Per capirlo bisogna considerare il luogo d’origine della lingua araba: il DESERTO!
Слайд 18

La vita nel deserto Gli arabi erano nomadi che si spostavano

La vita nel deserto

Gli arabi erano nomadi che si spostavano continuamente

da un luogo all’altro (come dice il loro stesso nome, عَرَب)
Nel deserto non si può appartenere a un luogo, perché ci si deve muovere costantemente alla ricerca di acqua e altre risorse per sopravvivere
Inoltre, l’aspetto dei luoghi cambia continuamente per effetto dei venti che spostano la sabbia
L’unico spazio che non si può abbandonare è il proprio corpo (per questo le pene erano corporali, come il taglio della mano per il ladro)
Слайд 19

Lo spazio nella lingua araba Un momento di sosta in un

Lo spazio nella lingua
araba

Un momento di sosta in un viaggio infinito
Esiste

solo nella memoria

Da سَكَنَ:
non muoversi, tacere

Da دَارَ:
fare un cerchio attorno
a una cosa

Da بَاتَ:
passare la notte

Da نَزَلَ:
scendere

Слайд 20

Gli arabi e il tempo Nel deserto non si appartiene a

Gli arabi e il tempo

Nel deserto non si appartiene a un

luogo, ma a una tribù, cioè a un antenato comune, cioè al TEMPO
Nel deserto non ci si chiede «di dove sei?» ma «di chi sei?»
I nomadi arabi vivevano nel tempo, non nello spazio
Слайд 21

Gli arabi e il tempo L’arabo vive nel tempo

Gli arabi e il tempo

L’arabo vive
nel tempo

Слайд 22

Ma se si vive nel tempo si può anche morire nel tempo…

Ma se si vive nel tempo si può anche morire nel

tempo…
Слайд 23

Il tempo nella lingua araba Significato di morte, rovina, catastrofe

Il tempo nella lingua
araba

Significato di morte, rovina, catastrofe

Слайд 24

Bilanciando il continuo movimento nello spazio con un continuo contro-movimento nel

Bilanciando il continuo
movimento
nello spazio con un
continuo contro-movimento
nel

tempo, verso il passato:
la MEMORIA
La memoria è la
fonte della vita

Come sopravvivere alla morte nel tempo?

Слайд 25

La memoria nella lingua araba Al-Jahiz: «i non-arabi affidano le loro

La memoria
nella lingua
araba

Al-Jahiz: «i non-arabi affidano
le loro gesta agli edifici.

Anche
gli arabi posseggono degli edifici,
ma quanto li distingue e rende
unici è la poesia, che è il loro
archivio, l'eternatrice delle
loro gesta e delle loro glorie»
Слайд 26

Il verbo dhakara, ricordare «Il ricordo (ذِكْر ) è conservare una

Il verbo dhakara, ricordare

«Il ricordo (ذِكْر ) è conservare una cosa.

Altro significato: una cosa corre di bocca in bocca e questo è il ricordo (تَذَكُّر ) dopo l'oblio. Altro significato: il maschio (ذَكَر ), cioè il contrario della femmina e il membro maschile e la spada tagliente. Un uomo maschio (ذَكَر ) è un uomo coraggioso, una poesia maschia è una poesia eccellente, una pioggia maschia è una pioggia abbondante e una terra è maschia (مِذْكَر) quando fa spuntare erba spessa. Il ricordo (ذِكْر) è il buon nome e l'onore e la preghiera. Il "ricordo del vero" è il mandato di arresto e il ricordo è la lode, il ringraziamento e l'ubbidienza» (Lisan al-’arab, Ibn Manzhur)
Ibn Manzhur (1232-1312)
Слайд 27

Partire sempre dal passato «Non si può iniziare se non dal

Partire sempre dal passato

«Non si può iniziare se
non dal passato,


non si può parlare
di alcune questione se non
si adempie prima la funzione
del ricordare; esso diventa un
dovere importante,
ineludibile. Non vi è poesia
per chi non ha memoria»
(Mustafà Nasif)

Memoria

Слайд 28

Il pianto sui resti dell’accampamento Il rito più importante della poesia

Il pianto sui resti dell’accampamento

Il rito più importante della poesia preislamica

era il "pianto sui resti dell'accampamento", cioè i luoghi abbandonati dai loro temporanei abitatori, segni di un attimo di sosta.
Prima ode della poesia preislamica giuntaci completa, composta dal signore dei poeti Imru' al-Qays, inizia con:
«Fermatevi e piangiamo al ricordo di un essere amato e di una dimora»
Слайд 29

L’albero della genealogia Per non morire nel tempo bisogna ricordare e

L’albero della genealogia
Per non morire nel tempo bisogna ricordare e essere

ricordati
Per non morire nel tempo bisogna appartenere a una tribù, a una genealogia
«Chi non conosce la genealogia non conosce la gente e chi non conosce la gente non è più parte della gente»
Ibn ‘Abd Rabbih (860-940 d.C.)
Слайд 30

L’albero della genealogia Tribù Individuo Antenato La tribù è una comunità

L’albero della genealogia

Tribù

Individuo

Antenato

La tribù è una comunità non vincolata dal tempo,

perché permane nel tempo
Слайд 31

L’albero della genealogia Tribù Individuo Antenato Identificazione fra individuo e tribù

L’albero della genealogia

Tribù

Individuo

Antenato

Identificazione fra individuo e tribù

Al di fuori della tribù

l’individuo si perde nel tempo, cade nell’oblio
Слайд 32

Arabi e non arabi I non arabi sono "barbari", nel senso

Arabi e non arabi

I non arabi sono "barbari", nel senso di

animali dotati di voci, ma non di lingue. L'arabo è superiore al non arabo perché il barbaro è più vicino agli animali e non sa risalire oltre suo padre né darsi una genealogia, allo stesso modo in cui non "parla come gli arabi" (yu'rib), cioè non parla in modo comprensibile e chiaro, perché la chiarezza deriva appunto dal "parlare come gli arabi".
Parimenti la parola genealogia (nasab) contiene tra i suoi significati quello di "via retta e chiara”.
Слайд 33

La pratica estrema delle virtù Gli arabi non conoscono la normalità,

La pratica estrema delle virtù

Gli arabi non conoscono la normalità, perché

questa si perde nel tempo

È necessario sacrificarsi per le virtù e praticarle in maniera estrema, affinché esse vivano nella tribù e nella memoria

Virtù

Слайд 34

«Quanto alla loro generosità, l'uomo tra loro più meschino, se possiede

«Quanto alla loro generosità, l'uomo tra loro più meschino, se

possiede una giovane cammella da cui trae sostentamento, trasportando per mezzo suo le merci, saziandosi e dissetandosi dei suoi prodotti, e se una notte bussa un viandante che si accontenterebbe di un pezzo di carne e di un sorso d'acqua, sgozza in suo onore la cammella ed è ben contento di andare incontro a morte certa, pur di conseguire fama e celebrità». Al-Nu’man
Слайд 35

I pilastri dell’identità araba La memoria, dunque, è la fonte della

I pilastri dell’identità araba

La memoria, dunque, è la fonte della vita

nel deserto
Il «contenitore» della memoria è la lingua, il pilastro più importante dell’identità araba